BV4Students • La tesi di Francesca

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Francesca Oliverio bv4students

EVOLUZIONE E SOSTENIBILITÀ NELL’AMBITO DELLA PRODUZIONE DEL SETTORE FASHION: IL CONTRIBUTO DELLA NORMAZIONE DELLA QUALITÀ


Autore: Francesca Oliverio
Relatrice: Prof.ssa S. Zanda
Disciplina e Corso di Laurea: Management della Qualità, Corso di studi Maninp (Management delle Imprese), Curriculum Management e Sostenibilità
Ateneo: Università degli Studi di Roma “Sapienza” - Facoltà di Economia

ABSTRACT

Francesca ha deciso di dedicare la stesura del suo elaborato all’analisi di una società leader nel campo delle certificazioni come Bureau Veritas.

Il progetto della tesi nasce con l’obiettivo di evidenziare tutti i danni e le problematiche in termini di sostenibilità del modello del Fast Fashion, sottolineando i danni che le sostanze tossiche provocano sul pianeta. La vera sfida sarà di trovare un punto d’incontro tra questi due termini che sono così distanti l’uno con l’altro e di analizzare quanto le aziende siano propense ad impegnarsi nelle certificazioni e nel garantire la qualità dei prodotti che producono.

Dopo aver affrontato i due temi fondamentali e pilastri della tesi, sono stati analizzati i veri responsabili della corsa al ribasso della moda veloce. Il caso dell’azienda H&M come azienda del fast fashion sostenibile, le nuove piattaforme come Shein e Temu che stanno cavalcando l’onda consolidando il mercato globale della moda veloce.

Nel terzo capitolo sono stati messi in risalto le soluzioni al problema attraverso le certificazioni che possono eseguire le aziende ponendosi l’obiettivo di mettere al primo posto, insieme al profitto, la preservazione del pianeta.

CASO STUDIO

La metodologia scelta per il l'elaborato di Francesca nasce per valutare l’evoluzione dell’interesse verso la sostenibilità ambientale da parte delle Aziende del settore Tessile e per valutare l'allineamento rispetto agli orientamenti della Strategia europea per prodotti tessili sostenibili e circolari.

Grazie a Bureau Veritas sono state sottoposte 23 domande ad un campione di 100 aziende relative al settore Fashion, scelte per gli elementi di differenziazione quali: area geografica, business, specializzazione, dipendenti. È stato estrapolato un campione di 20 risposte, seguendo l’impostazione di Hauser e Griffen (1993) In base alle caratteristiche di varietà (qualità, più importanti della numerosità del campione).

Il fine di questa tesi è quello di evidenziare come il modello del fast fashion, nato secondo logiche del tutto opposte al concetto di sostenibilità, possa combaciare con il raggiungimento di ridurre l’impatto ambientale.

Scarica un estratto della tesi di Francesca