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E-mobility. Infrastrutture di ricarica efficienti per un mercato che corre

Giu. 23 2021

L’anno scorso – 2020 – il mercato dell’auto elettrica è cresciuto del 41% rispetto al 2019, con 3 milioni di esemplari venduti a livello globale. Un ottimo risultato nell’anno peggiore per il mercato dell’auto che, vista la crisi sanitaria mondiale e le sue innumerevoli ricadute, ha perso il 16% rispetto ai dodici mesi precedenti. 
A questo si aggiunga che l’Europa con 1,4 milioni di vetture immatricolate e una crescita del 50% ha superato la Cina – il Paese con la flotta elettrica più numerosa – che è cresciuta “solo” del 9%, mettendo su strada 1,2 milioni di auto. D’altra parte, i consumatori hanno potuto scegliere fra ben 370 modelli di auto elettriche, ovvero +40% rispetto al 2019. 

E non è tutto. I segnali per il 2021 sono ancora più positivi, con vendite nel primo trimestre più che doppie confrontate con lo stesso periodo dell’anno passato. Le proiezioni della International Energy Agency (di cui sono questi dati) dicono che, mantenendo le attuali politiche, il mercato potrebbe raggiungere i 145 milioni di veicoli nel 2030 tra quelli 100% elettrici e quelli ibridi plug-in. Se poi i governi si impegnassero con altre forme di incentivazione questa cifra supererebbe i 230 milioni.  
Con questi numeri alle spalle e con stime per il futuro promettenti, la mobilità elettrica esce finalmente dalla nicchia in cui era stata messa quando, agli albori della storia dell’auto, venne superata dal motore a combustione interna.

Una tendenza alla crescita (rapida) alla quale contribuiscono, intrecciandosi, diversi fattori. Da quelli più generali e di lungo periodo come la necessità di trovare soluzioni alternative ai combustibili fossili, a quelle più specifiche che riguardano lo sviluppo tecnologico, come le migliorate prestazioni di motori e batterie, sistemi di ricarica o le strategie commerciali delle case automobilistiche. Oggi le batterie durano di più, i veicoli costano meno e la ricarica è più semplice, anche grazie a una sempre maggiore diffusione dei punti di rifornimento. Con le cosiddette “colonnine” non solo installate in spazi pubblici, ma anche i contesti privati.  Soffermiamoci su questo punto e osserviamo le cifre: l’anno scorso le colonnine pubbliche worldwide hanno superato i 1,3 milioni, il 30% appartiene alla tipologia “rapida” o superiore a 22kW, con la Cina a guidare entrambe le categorie, “slow” e “fast” charge, seguita dall’Europa. 
Restringendo il campo al nostro Paese, al dicembre 2020, si contavano oltre 19mila punti di ricarica distribuiti in 9.700 infrastrutture accessibili al pubblico (dati Motus-E), per un aumento del 39% rispetto al 2019. La distribuzione sul territorio, tuttavia, non è omogenea con il 57% circa delle infrastrutture ubicate nel Nord, e in particolare in Lombardia, regione con più punti di ricarica: 3.326 (17%). In ogni caso, del totale italiano, l’80% è installato su suolo pubblico, mentre il 20% sul privato a uso pubblico come può esserlo quello di supermercati o centri commerciali. 
Una situazione in evoluzione che mostra luci ed ombre. Benché abbia centrato l’obiettivo Ue di avere almeno una colonnina ogni 10 veicoli, l’Italia deve recuperare terreno nella diffusione di una rete infrastrutturale, specialmente in rapporto ad altre nazioni simili, come Francia o Germania. Si tratta di un’azione indispensabile se si vuole puntare su tecnologie come il full electric o l’ibrido plug-in a emissioni nulle o basse. Diversamente da quanto avviene oggi, con le auto ibride tradizionali, cioè “senza spina”, a far registrare le maggiori vendite.  Una conseguenza questa da ricondurre anche ad una rete troppo poco capillare per convincere un automobilista all’acquisto di una delle due tipologie di veicoli citate. I fondi del PNRR dedicati alla mobilità, se utilizzati per le colonnine, potrebbero contribuire a modificare la situazione (Sole24Ore).

L’infrastruttura di ricarica è dunque un elemento cardine nell’ecosistema dell’e-mobility. Tuttavia, vi sono una serie di questioni strettamente vincolate alla sicurezza, alla conformità normativa, al corretto funzionamento di questa forma di mobilità che chi progetta, realizza o gestisce deve tenere ben presente.
In questo senso Bureau Veritas nell'ambito della mobilità elettrica fornisce una serie di servizi di certificazione, verifica e ispezione manutentiva delle colonnine di ricarica, la progettazione e lo studio di settore per l'implementazione di vetture elettriche/ibride nelle flotte aziendali, le soluzioni digitali per l'efficientamento dei processi e dell'erogazione dei servizi.

Perché il cambiamento avviene quando vi è la garanzia che quello che si sta per abbracciare è sicuro e affidabile.


Enel x affida a Bureau Veritas la supervisione sulla filiera delle colonnine di ricarica elettrica

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