La transizione energetica nazionale che passa dall’idrogeno
Il panorama europeo
L’Unione Europea con il Green Deal ha fissato degli obiettivi molto ambiziosi di decarbonizzazione, lanciando una sfida importante a tutti gli stati europei. Il primo traguardo di decarbonizzazione da raggiungere è individuato dal progetto “Fit for 55%”: consiste nel ridurre del 55% le emissioni entro il 2030. Il Consiglio dell’Unione Europea continua a stanziare investimenti per sostenere i singoli governi nelle operazioni di pianificazione delle azioni da intraprendere per portare avanti il percorso di transizione energetica. Uno dei pilastri di questa transizione è sicuramente rappresentato dall’idrogeno; i paesi puntano alla produzione di idrogeno verde sfruttando solo fonti di energia rinnovabile. Uno dei principali ostacoli è però rappresentato dalla grande mancanza di normative che dovrebbero supportare la nascita di impianti sicuri e garantire la nscita di un mercato di green hydrogen controllato e certificato. Anche per questo motivo le aziende stanno ancora continuando ad investire sulla produzione di combustibili low carbon e biofuel.
Lo scenario italiano
Secondo i dati presentati nell’Hydrogen Innovation Report 2023 dalla School of Management del Politecnico di Milano, l’Italia contribuirà al settore dell’idrogeno con 24 progetti e una capacità di elettrolisi pari a 1,97 GW entro il 2030. Ancora troppo poco rispetto a quanto previsto dalle linee guida della strategia italiana per l’idrogeno, che per quello stesso termine, immaginava di raggiungere i 5 GW di elettrolizzatori. Tale produzione è insufficiente anche rispetto a quanto annunciato dagli altri Paesi, ma comunque sfortunatamente in linea con il complessivo andamento europeo. Secondo l’analisi, per raggiungere gli obiettivi europei, al nostro Paese mancano due elementi: da un lato una strategia nazionale chiara ed efficace e dall’altro un adeguato corpus normativo.
Nonostante i ritmi più lenti, il governo continua a stanziare le risorse previste dal PNRR, pari a 3,6 miliardi di euro. Di questi, 500 milioni sono destinati alla creazione di 52 hydrogen valleys: impianti di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse. L’idrogeno è un mezzo importante soprattutto per la decarbonizzazione dei settori hard to abate, cioè tutti quelli altamente energivori e quindi principali responsabili delle emissioni di CO2. L’Italia, preceduta solamente da Germania, è uno dei paesi europei con il più alto tasso di emissioni dovute proprio a questi settori così difficili da decarbonizzare. Circa il 35% dei fondi previsti dal PNRR deve ancora essere assegnato, ma in gran parte sarà proprio dedicato agli impianti hard to abate.
PER APPROFONDIRE
Guarda l'approfondimento estratto da Energy & Strategy Group, Short Hydrogen Innovation Report 2023
Tecnologia performante, sicura e certificata
Per rendere possibile e di successo questa transizione, è imprescindibile avere a disposizione tecnologie adeguate e performanti, che consentano una sicura gestione dell’idrogeno lungo tutto il suo ciclo di vita - produzione, trasporto, stoccaggio, distribuzione e uso - e in ciascuno degli stati e delle composizioni in cui viene trasformato.