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macchina ricarica elettrica

Colonnine di ricarica. Mobilità elettrica e infrastrutture di rete

Lug. 27 2022

COLONNINE DI RICARICA. NESSUNA MOBILITÀ ELETTRICA SENZA UN’INFRASTRUTTURA DI RETE DIFFUSA ED EFFICIENTE

La cartina al tornasole dell’impegno – finalmente – concreto in favore della mobilità elettrica è ben rappresentata dalla consistenza dei fondi destinati all’espansione delle infrastrutture di ricarica.
741 milioni di euro del PNRR che serviranno a realizzare una rete di colonnine in grado di sostenere la crescita del mercato, sciogliere i dubbi degli automobilisti – sottoforma dell’ormai nota range anxiety – e convincere le case produttrici di auto ad accelerare la transizione verso modelli sempre più a basse emissioni.

La proposta del governo è arrivare all’installazione di oltre 21.000 punti di ricarica distribuiti lungo le strade extraurbane (no autostrade) del nostro Paese; di essi 13.700 saranno di tipo “fast” e altri 7.500 apparterranno alla tipologia “superfast”. 

Al di là dei probabili ostacoli che ancora si frapporranno alla piena adesione a un tipo di motorizzazione elettrica (full o ibrida), appare chiaro come le linee strategiche sulla mobilità e il relativo quadro normativo vadano verso queste soluzioni. L’ultimo importante segnale in ordine di tempo è stata la votazione del Parlamento europeo, l’8 giugno scorso, nella quale è stato espresso parere favorevole allo stop alla vendita di veicoli a benzina, diesel o gpl a partire del 2035. Benché questa deliberazione debba ora passare al vaglio degli Stati membri, comunque indica qual è la strada da seguire da qui ai prossimi anni.  

Intanto, in Italia sono stati rinnovati gli incentivi per il triennio 2022-2024 finalizzati a stimolare l’acquisto di veicoli a basse emissioni inquinanti, specialmente in concomitanza con la rottamazione di uno che invece lo è (euro 0-5). Più il veicolo è green, più alto è l’incentivo: è possibile arrivare fino a 5.000 euro se, oltre a dismettere la propria vecchia vettura inquinante, se ne sceglie una full electric o ibride plug-in particolarmente efficiente (MiSE). 
Ma non solo, il SuperEcobonus 110% contenuto nel Decreto Rilancio considera l’installazione di colonnine o infrastrutture di ricarica un intervento trainante nell’ambito dei lavori del Superbonus. Privati e condomini possono ottenere detrazioni fiscali al 110% per le spese sostenute questo e il prossimo anno. Le percentuali si abbassano al 70% e al 65% per le spese sostenute rispettivamente nel 2024 e nel 2025. 

Ma quante sono le colonnine oggi presenti in Italia? Secondo Motus-e l’associazione che meglio monitora questi dati, al 30 giugno di quest’anno si contano 30.700 punti di ricarica ripartiti in circa 15.600 colonnine distribuite in 12.400 spazi accessibili al pubblico lungo la Penisola.
Una dotazione infrastrutturale che deve ancora crescere ma che, guardando solo ai dati di pochi mesi or sono, si sta ampliando: a fine 2021 i punti di ricarica superavano di poche unità i 26.000. Un aumento ancora più apprezzabile se si guarda ai dati 2019, quando se ne contavano 10.600. 
A queste luci, si alternano anche delle ombre come la scarsità di punti sulla rete autostradale (235 su oltre 7mila chilometri di rete), un tasso di strutture inutilizzabili dell’11% (in calo, comunque) e una bassa quota di ricariche veloci, visto che il 92% dei punti di ricarica è in corrente alternata e solo l'8% è in corrente continua. Situazione quest’ultima che gli investimenti del PNRR dovrebbe invertire.  
Poco omogenea anche la distribuzione sul territorio nazionale, con il Nord in testa con il 57%, seguito dal Centro con il 23% e dal Sud-Isole con il 20%. Una situazione che rispecchia la diffusione – e dunque il mercato – dei veicoli con motore elettrico (Motus-e).

In ogni caso, i numeri raccontano di un settore che, dopo anni di attese, indugi e avanzamento lento o rallentato, sta guadagnando sempre più spazio e non solo nei Paesi del Nord Europa (Norvegia, Svezia, Olanda o Germania), da sempre aperti alla soluzione elettrica, ma anche in Italia. 
Tuttavia, affinché questo mercato continui a crescere è importante pianificarne – il più possibile – lo sviluppo, a partire dalla rete del “rifornimento”, l’altro pilastro dell’e-mobility insieme alla realizzazione di veicoli non solo adatti, ma anche efficienti e performanti. 

Infatti, una stazione di ricarica è equiparabile a un impianto elettrico, che però funziona in condizioni particolari per via delle situazioni in cui opera: all'aperto, a contatto con l'ambiente, manipolata da persone differenti, ecc. Per garantire la sicurezza dell’installazione elettrica, si rende pertanto necessario che i punti di ricarica soddisfino specifici requisiti riguardanti la progettazione, la messa in servizio e la manutenzione. Oltre a quest’ultima, al fine di garantire il mantenimento dei requisiti di sicurezza e conformità alle normative vigenti, si rendono necessari anche test ed ispezioni periodiche indipendenti dei punti di ricarica dei veicoli elettrici

Una serie di attività che per essere svolte al meglio – senza successivi imprevisti – richiedono l’intervento di diverse professionalità che può diventare tanto complesso come oneroso riunire. 
In questo senso società come Bureau Veritas offrono un’assistenza in tutte le fasi dello sviluppo delle stazioni di ricarica: dalla fattibilità e progettazione, alla costruzione e messa in servizio, al funzionamento e al test e alla certificazione delle apparecchiature della stazione fino alla manutenzione. 

Se non ci può essere alcuna mobilità elettrica senza un’infrastruttura di rete diffusa, è anche vero che questa deve essere “efficiente” fin dalla progettazione

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