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cura presso struttura ospedaliera

PDTA. I percorsi di cura, ora certificati con scheme owner Bureau Veritas

Apr. 13 2023

In ambito sanitario, si sente parlare sempre più spesso di Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali o PDTA e della loro rilevanza per garantire alti livelli di efficienza e qualità nella cura dei pazienti.

l PDTA sono sequenze predefinite, articolate e coordinate di prestazioni erogate a livello ambulatoriale e di ricovero e/o territoriale, che prevedono la partecipazione integrata di diversi specialisti e professionisti (oltre al paziente stesso), a livello ospedaliero e/o territoriale, al fine di realizzare la diagnosi la terapia e l’assistenza più adeguate per una specifica situazione patologica o anche l’assistenza sanitaria necessaria in particolari condizioni della vita (rif. Piano Nazionale per il Governo delle Liste d’Attesa 2012-2014 - Ministero della Salute).

In altre parole, essi sono strumenti di “governo clinico” che permettono alle organizzazioni sanitarie di delineare, rispetto ad una patologia o ad un problema clinico, la migliore sequenza di azioni da compiere o il miglior iter praticabile all’interno di una specifico contesto sanitario, sulla base delle Linee Guida, delle buone pratiche clinico-assistenziali e in relazione alle risorse disponibili. Strutture, tecnologia, professionalità, quadro normativo e organizzativo, ma anche posizione geografica, ambiente e ambito socio-culturale rappresentano elementi discriminanti nell’applicazione di un PDTA in quanto permettono alle organizzazioni sanitarie di contestualizzare le raccomandazioni presenti nelle Linee Guida di riferimento.

Non solo. Complici la pandemia e le difficoltà che il nostro Sistema sanitario sta vivendo (criticità diffuse sul piano economico, del personale curante e della governance in generale), il dibattito pubblico si sta focalizzando proprio sull’importanza di garantire interventi sempre più appropriati, da ottenere attraverso una ristrutturazione dei processi di assistenza e cura che garantiscano non solo un maggior controllo degli effetti medico-clinici, ma anche di quelli economici e organizzativi. Così che in luogo di operare “tagli” all’offerta terapeutica, si giunga a una sua razionalizzazione.

Data la crescente importanza dei PDTA nella programmazione sanitaria e considerando le aspettative di efficienza e qualità che vengono in generale riposte nella loro corretta costruzione e nel loro puntale utilizzo, emerge la generale necessità di avere un modello unico di implementazione e governo di questi strumenti. Un modello che, oltre a funzionare, abbia due fondamentali caratteri: essere valutabile in maniera oggettiva e riconosciuta ed essere validabile da un organismo di terza parte indipendente.

Un tema rilevante sul quale Bureau Veritas ha deciso di impegnarsi, sviluppando in autonomia uno Schema di Certificazione specifico dei PDTA per il quale è riuscito ad ottenere l’Accreditamento Accredia nel giugno del 2022 e come ente certificatore ad Aprile 2023 (rif. Operative Pathway).

Si tratta di un progetto rilevante anche per gli obiettivi sfidanti che si è posto, fra i quali si riconoscono, innanzitutto quello di fornire uno strumento unico di implementazione ed uno standard di certificazione verificabile sia per Regioni e Società Scientifiche, che per le singole organizzazioni sanitarie. 
Poi, vi è la volontà di consegnare ai professionisti sanitari gli strumenti per la realizzazione, gestione e monitoraggio dei PDTA e di consentire una comprensione dei requisiti dei PDTA con lo scopo di valutarne gli aspetti applicativi ed i possibili impatti. A questo si aggiunge la possibilità di dimostrare la capacità di garantire nel tempo ai propri stakeholders le caratteristiche in esso definite in maniera chiara, misurabile e verificabile, lungo tutto il percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale del paziente. 
E ancora, si prevede una pianificazione del sistema dei controlli - attraverso l’adozione di un modello basato sul Ciclo di Deming (Plan-Do-Check-Act PDCA) che consente di analizzare attentamente i processi e le loro interazioni, identificando opportunamente le risorse necessarie alla loro efficace attuazione, oltre a rilevare le occasioni di miglioramento.

Infine, si configura la possibilità di identificare preventivamente - attraverso il Risk Based Thinking - le azioni ed i controlli necessari a garantire il raggiungimento degli scopi dello Schema di Certificazione, come conseguenza dell’attenta analisi dei rischi (di insuccesso) e delle opportunità. 
Rispetto alla certificazione ai sensi della UNI EN ISO 9001:2015 con la quale - da qualche anno - le strutture sanitarie stanno certificando i loro PDTA, lo schema di certificazione Bureau Veritas pone l’accento su tutti gli elementi che lo compongono.

Infatti, se la prima rivolge l’attenzione sostanzialmente sulla fase “assistenziale” essendo una norma “gestionale”, lo Schema di Certificazione dei PDTA pone l’accento anche sulle fasi “diagnostica” e “terapeutica” attraverso l’attenta analisi della presa in carico delle fonti di letteratura e della/e Linea/e Guida e/o buone pratiche clinico-assistenziali utilizzate per l’elaborazione e la successiva verifica puntuale del rispetto delle fasi di presa in carico del paziente all’interno del percorso: potenziale sorveglianza, accesso, inquadramento diagnostico, terapia, follow up, uscita.
Accanto a questo vi sono altri importanti vantaggi per gli stakeholder di un’azienda sanitaria (medici, direzione, istituzioni, pazienti) derivanti dallo scegliere questa soluzione. Innanzitutto, l’adozione di un modello basato sul ciclo di Deming (PDCA) consente di pianificare il sistema dei controlli analizzando attentamente i processi e le loro interazioni, identificando opportunamente le risorse necessarie alla loro efficace attuazione, oltre a rilevare le opportunità di miglioramento. 

Per le Istituzioni, le Direzioni Aziendali e gli Enti Regolatori rappresenta uno strumento utile per dimostrare l’impegno per l’erogazione di servizi allineati alle normative cogenti e volontarie, attraverso l’applicazione rispettivamente di modelli organizzativi collaudati e volti al miglioramento continuo. 
Approcciarsi alla certificazione dà inoltre il vantaggio di ricevere una verifica diretta ed indipendente atta a garantire il controllo qualitativo e quantitativo dei servizi erogati.

Guardando alle organizzazioni con percorsi certificati, essa contribuisce allo sviluppo di una cultura volta al miglioramento delle performance. Ciò può servire a negoziare, in prospettiva, tariffe migliori con i decisori e offrire uno strumento di confronto interno e di benchmarking con altre strutture certificate che consenta di monitorare gli interventi effettuati, la loro coerenza e continuità, nonché la sicurezza e gli effetti.
E ancora, con la definizione del PDTA, le organizzazioni certificate possono dimostrare la propria capacità di garantire nel tempo ai propri stakeholders le caratteristiche in esso definite in maniera chiara, misurabile e verificabile, lungo tutto il percorso diagnostico, terapeutico ed assistenziale del paziente. 
Agli utenti-pazienti (e caregivers), essa fornisce la garanzia di adeguatezza della presa in carico e migliora la percezione dell'impegno dell'organizzazione nei loro confronti.