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Profitto e valore: il profilo delle Società Benefit

Lug. 26 2023

Alla fine del 2022, in Italia si contavano oltre 2.600 organizzazioni aziendali che hanno scelto la forma societaria benefit. Ma cosa significa essere una “Società Benefit”?

Vuol dire che nell’oggetto sociale non viene perseguito solo l’utile economico, ma anche finalità di beneficio comune che riguardano tanto le persone e la collettività, che l’ambiente e i territori. Diventare Società Benefit implica una modifica Statutaria e un impegno alla trasparenza: la legge impone infatti che le società benefit redigano ogni anno una relazione d’impatto, da allegare ai documenti di bilancio e da pubblicare sul sito web dell’azienda. Nella relazione si devono illustrare le azioni messe in atto per perseguire le finalità di bene comune (e le eventuali circostanze che non ne hanno permesso la piena realizzazione) e indicare gli obiettivi futuri.

Nata negli Stati Uniti – più precisamente nel Maryland – nel 2010 e oggi presente in 35 Stati, questa forma societaria entra nel nostro ordinamento nel gennaio 2016 (con la legge 208/2015); da quel momento le benefit corporation si sono diffuse in maniera molto rapida, facendo del nostro Paese il secondo luogo al mondo per propagazione dopo gli USA. Infatti, i dati relativi al 2022 forniti dall’Osservatorio sulle Società Benefit non lasciano dubbi: crescita del 55% rispetto al 2021 e del 300% rispetto al 2020. Non solo. Sono più di 140mila i dipendenti che lavorano in società benefit italiane, per un valore della produzione che si avvicina ai 20 miliardi di euro.

Dal punto di vista della distribuzione territoriale, poi, la Lombardia è la regione che ne ospita di gran lunga di più (35%), seguita dal Lazio (11%) e dal Veneto (10%). Se si osserva, invece, il settore di azione, il terziario è il più rappresentato: il 45% delle Società Benefit nostrane è ordinata sotto le lettere “M” e “J” della classificazione ATECO, ovvero “Attività professionali, scientifiche e tecniche” e “Servizi di informazione e comunicazione”. 
Grazie alla Società Benefit si saldano due elementi che – fino a poco tempo fa – nessuno aveva mai accostato o che, addirittura, si credeva fossero contrastanti e antitetici: ottenere profitto nel rispetto di persone e ambiente. Non si è, dunque, di fronte a un paradigma no profit, che esclude lo scopo di lucro. Piuttosto le società benefit partecipano attivamente al cambiamento e alla transizione verso un mondo in cui il risultato economico è sempre meno contrapposto al benessere ambientale e sociale.

In questo quadro, nel 2022 Bureau Veritas Italia ha deciso trasformarsi in una Società Benefit. Fortemente voluta dalla dirigenza, la scelta matura anche come risposta alle esigenze dei collaboratori che desiderano valorizzare la propria crescita e poter lasciare un segno tangibile nella società. 

La scelta di diventare Società Benefit – spiega Diego D’Amato, Presidente e Amministratore Delegato di Bureau Veritas Italia - è stata più che naturale, per un’organizzazione che già si identificava nella mission: "Shaping a World of Trust" negli impegni di Corporate Responsibility: "Shaping a Better Workplace’", "Shaping a Better Environment". Insomma, la forma giuridica della Società Benefit si è presentata ai nostri occhi come la soluzione perfetta per esplicitare l’impegno nei confronti degli stakeholder, coniugandolo con la natura for profit. E per superare l’anacronistica contrapposizione tra ricerca del profitto e del bene comune, cogliendo l’essenza delle moderne organizzazioni a scopo di lucro”.

Come è stato preparato il passaggio? Per identificare le aree di impatto e, successivamente, le finalità di beneficio comune sono state avviate una serie di interviste con i dieci membri dell’Executive Committee. Le interviste sono state condotte dall’Impact Manager e dai consulenti che hanno affiancato Bureau Veritas nel percorso. Sulla base delle interviste, è stato costruito un questionario rivolto ad una rosa di dipendenti con responsabilità manageriali. Dalle interviste e dalle risposte del questionario sono state identificate le finalità di beneficio comune, che sono state poi approvate nella versione finale dai membri dell’Executive Committee. Da qui sono stati elaborati gli impegni e le finalità. Ovvero:
•    facilitare, sostenere e/o perseguire attività e/o iniziative che possano aiutare nello sviluppo di opportunità di ingresso nel mondo del lavoro da parte dei giovani, attraverso collaborazioni con Scuole e Università 
•    favorire la crescita professionale dei dipendenti e collaboratori esterni della Società 
•    promuovere la parità di genere nelle professioni tecniche e nei percorsi di carriera manageriali, grazie a testimonianze e iniziative di sensibilizzazione dedicate 
•    contenere gli impatti ambientali legati all’esercizio delle proprie attività, perseguendo la riduzione della carbon footprint e dell’utilizzo di risorse 
•    diffondere la cultura della sostenibilità e dell’inclusione tra le imprese e i propri partner.

In questo senso, Claudia Strasserra - Impact Manager - è convinta che “La buona reputazione di un’organizzazione si fonda su due elementi imprescindibili: la capacità di produrre ricadute positive per il maggior numero possibile di stakeholder e, naturalmente, la coerenza delle proprie intenzioni con i risultati”.

Intanto nel periodo settembre-dicembre 2022 la società ha avviato il monitoraggio di alcuni indicatori chiave, significativi del progresso verso una serie di obiettivi specifici che sono confermati anche per l’anno in corso.

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