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Emergenza sanitaria: Findus sceglie la certificazione Safe Guard

Apr. 21 2021

Findus è un brand iconico dei surgelati in Italia, con 50 anni di storia e un ruolo di spicco sul mercato.
 A causa del periodo di emergenza sanitaria che stiamo attraversando, l’impegno a garantire il benessere dei propri consumatori è considerato, oggi più che mai, il faro a guida delle attività aziendali. Alla luce di ciò, Findus ha deciso di ottenere la certificazione Safeguard, per dimostrare di aver correttamente attuato tutti i protocolli di sicurezza e prevenzione del contagio, a salvaguardia della salute dei propri dipendenti, clienti e fornitori. 

Abbiamo raccolto la testimonianza dell’azienda, intervistando il team composto da Federico Zolfanelli, SU Director, Nicandro Iannacone, SU HR Manager Southern Europe, Fausto Conio, SU QA Manager e Dario Ventriglia, SU SHE Manager, che ci hanno innanzitutto raccontato qual è stata la prima risposta all’emergenza Covid di Findus e quali funzioni aziendali siano state coinvolte al fine di implementare il piano di prevenzione del contagio.

Findus: “È stato costituito un team interno multifunzione che sin dall’inizio dell’emergenza, seguendo le indicazioni delle Autorità, si è attivato per assicurare le migliori condizioni di lavoro possibili al fine di garantire la sicurezza e la tranquillità dei Lavoratori. Sono stati adottati immediatamente protocolli mirati a proteggere la salute di tutti e la sicurezza dei nostri processi produttivi. Abbiamo promosso nuove misure di prevenzione e dotato il Personale di ulteriori dispositivi di protezione individuale, soprattutto per le postazioni/aree dove è più critico garantire la distanza di 1 metro.  Sono state predisposte procedure per l’accesso in stabilimento per il nostro Personale e per quello delle ditte terze, dei fornitori e dei trasportatori, introducendo anche il controllo della temperatura corporea attraverso Termoscan; l’apertura dei tornelli è stata anticipata per rendere più agevole l’accesso del Personale dipendente in stabilimento; per i servizi igienici e gli ambienti di lavoro sono state predisposte sanificazioni specifiche a base di cloro. Anche nei locali mensa è stato ridotto il numero di sedute per ogni tavolo per garantire la distanza minima tra persone, sono stati installati dei pannelli divisori, sono state introdotte le posate monouso e predisposta segnaletica per osservare la distanza minima tra persone presso il banco distribuzione.  
Tra le ulteriori misure adottate dall’Azienda per garantire la sicurezza dei Lavoratori sono stati cancellati tutti i meeting e le visite presso il nostro sito che coinvolgono colleghi non basati a Cisterna, è stato incentivato lo smartworking, laddove sia possibile, ed è stata attivata una copertura assicurativa Covid-19. Sono state inoltre svolte continue sessioni di sensibilizzazione e formazione a tutto il Personale di stabilimento, a fornitori e ditte esterne, sulle misure ANTI COVID. Inoltre, due responsabili di funzione hanno ottenuto la certificazione da COVID Manager seguendo un corso specifico organizzato da Bureau Veritas
.”

All’interno di un piano così complesso e strutturato, abbiamo chiesto quali siano i principali aspetti critici che un’azienda come Findus ha riscontrato nel metterlo in atto.

Findus: “Durante il primo lockdown c’è stata una forte e improvvisa crescita della domanda e abbiamo fatto il possibile per garantire la produzione adeguandoci agli ordinativi. È ovvio che qualche rallentamento sia stato registrato, ma questo è stato indispensabile per garantire il rispetto delle ulteriori regole della sicurezza sul lavoro che la normativa emanata dalle autorità preposte ha richiesto, come mantenere le distanze di sicurezza del Personale negli stabilimenti, adottare una turnazione per l’accesso in mensa e garantire sanificazioni necessarie e periodiche dei locali.” 

Molto è stato fatto in ottica di tutela della sicurezza dei lavoratori, dunque quanto è stato decisivo il coinvolgimento del personale per un’efficace implementazione delle misure di prevenzione?

Findus: “È stato fondamentale. È proprio grazie al coraggio e al senso di responsabilità di tutte le donne e gli uomini che lavorano nella nostra Azienda e lungo la nostra filiera, se durante quest’anno così incredibile abbiamo potuto continuare a produrre. È a loro che va il nostro più grande riconoscimento e ringraziamento. Abbiamo moltiplicato gli sforzi per garantire la disponibilità dei nostri prodotti su tutto il territorio nazionale, avendo comunque come nostro primo obiettivo assicurare la salute e la sicurezza delle nostre persone. A fronte dell’impegno dei lavoratori dello stabilimento per non far mancare i nostri prodotti sulle tavole dei consumatori, l’Azienda ha deciso di assegnare loro un premio durante il mese di aprile 2020: un bonus del valore di 300 euro corrisposti anche al Personale di tutte le fabbriche del Gruppo Nomad. Ulteriori ed eventuali iniziative saranno valutate in funzione dell’evolversi della situazione.”

Arriviamo ora ad indagare più da vicino quali sono gli elementi che hanno portato l’azienda a richiedere la certificazione Safe Guard.

Findus: “La cultura del miglioramento continuo che è presente in Azienda ci spinge alla costante e continua verifica dei processi aziendali anche attraverso audit interni ed esterni.  L’obiettivo di certificazione Safeguard è stato quindi proposto nell’ottica di verificare, attraverso un ente di certificazione esperto del settore, che le misure implementate fossero adeguate alle cogenti indicazioni dell’Autorità Governativa Nazionale ed allineate alle migliori pratiche aziendali già implementate nel settore di competenza.”

Abbiamo quindi domandato come si sia svolta nel dettaglio l’attività di audit e di ispezione di Bureau Veritas.

Findus: “L’audit s’è svolto in tre fasi: nella prima fase è stata inviata all’ente di certificazione tutta la documentazione relativa alle misure implementate in Azienda, come i protocolli, le procedure, le istruzioni operative, le check list, comunicati, verbali, etc.  La documentazione è stata analizzata dell’ente di certificazione con la massima attenzione e da personale esperto del settore.
Durante la
seconda fase è stata svolta una verifica documentale da parte dell’auditor mediante una sessione di confronto ed approfondimento con il nostro team interno. La sessione è stata svolta in modalità remota per circa 4 ore. Alla verifica documentale è seguito un audit in stabilimento con modalità non annunciata. In questa terza fase l’auditor ha verificato che tutta la parte documentale condivisa e presentata in modalità remota fosse stata realmente implementata in stabilimento. L’audit in campo ha coinvolto diverse funzioni aziendali per una intera giornata lavorativa. La verifica è stata eseguita per tutte le aree di stabilimento, inclusi i reparti produttivi.”

A seguito della certificazione, qual è stato il maggior beneficio riscontrato?

Findus: “Abbiamo avuto la conferma che tutte le misure implementate rispondono in pieno alle linee guida dell’Autorità Governativa Nazionale e possono essere considerate best practices per le altre aziende del settore.”

Scegliamo di concludere quest’intervista con uno sguardo al futuro, raccontando alcuni dei prossimi passi di Findus sul tema.

Findus: “Per dimostrare la nostra vicinanza all’Italia e al nostro territorio, nel mese di marzo 2020 abbiamo scelto di effettuare una donazione di 1 milione di euro a favore dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma per la ricerca e per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale e apparecchiature elettromedicali per consentire agli operatori dell’Istituto di continuare ad assistere al meglio i propri pazienti. Inoltre, dal 2013 abbiamo una collaborazione con il Banco Alimentare e ogni anno siamo disponibili a fornire i nostri prodotti, proprio per questo abbiamo risposto all’appello lanciato dalla Protezione Civile in zona Cisterna (Latina e Priverno) per la donazione di prodotti alimentari surgelati destinati a famiglie in grave stato di necessità in questo momento di crisi causato dall’emergenza Coronavirus.”