Acqua e clima: il futuro

L’estate boreale nel 2023 risulta essere la più calda registrata, almeno dalla seconda metà del secolo scorso, e tutto il 2023 si appresta comunque ad essere uno degli anni più caldi degli ultimi decenni. Ormai registrare ogni anno il record di temperatura non è più una novità.

Ma quali sono le conseguenze di questo cambiamento climatico sul ciclo idrologico e soprattutto sulle risorse idriche?

La conoscenza della fisica dei cambiamenti climatici ci insegna che un modo con temperature in aumento è destinato ad avere eventi precipitativi intensi più frequenti e più intensi, ma anche fenomeni siccitosi più frequenti e più intensi.
È forse un paradosso? No, è semplicemente la conseguenza delle proprietà termodinamiche dell’atmosfera.
Nel nostro paese abbiamo visto questo tipo di situazione proprio recentemente.
Per esempio, il 2022 è stato caratterizzato da una carenza idrica importante, emblema ne è l’immagine del carro armato emerso dal Po tremendamente in secca, poi nel maggio appena trascorso abbiamo visto quello stesso fiume (ma non solo lui) esondare e creare immani disastri sia alle popolazioni, con abitazioni e costruzioni distrutte, sia alla filiera dell’agricoltura che impiegherà anni per ripristinare le condizioni precedenti.

Cosa sta succedendo e come affrontiamo tutto questo?

Per la prima volta il rapporto IPCC sulla scienza dei cambiamenti climatici, che ha chiuso l’ultimo ciclo, il sesto, proprio nel 2023, ha dedicato specifici capitoli all’acqua, non solo per l’adattamento che da sempre la considera in primo piano, ma anche per la comprensione fisica del clima con un capitolo specificamente dedicato ai cambiamenti futuri del ciclo idrologico. 
Nonostante questo una riflessione emerge sulla necessità di una ancora maggiore attenzione all’argomento acqua e risorse idriche sia dalla comunità scientifica che dai decisori politici.
L’aumento della temperatura riceve molta più attenzione di quanto non tocchi ai cambiamenti nelle piogge, per esempio, e questa disparità in parte è acuita dall’analisi delle proiezioni climatiche future su livelli di riscaldamento globale.
In aggiunta, l’attenzione posta agli eventi estremi in parte maschera l’importanza di altri cambiamenti nel ciclo idrologico per esempio, come cambia la stagionalità delle piogge influenza l’apporto di acqua e le risorse idriche per l’agricoltura e la società in modo ancora in parte trascurato.
Sicuramente serve una maggiore attenzione sulla comprensione di quanto le strategie implementate e di futura implementazione volte a ridurre i rischi climatici legati all’acqua siano efficaci.
Diventa ampiamente auspicabile un approccio integrato al problema dell’acqua e alla relazione con il cambiamento climatico in atto che possa permettere a scienziati e decisori politici di chiudere il cerchio tra strategie di mitigazione, cambiamenti in corso e futuri al ciclo idrologico e alle sue manifestazioni, e impatti idrologici e politiche di adattamento. 
L’acqua è un bene prezioso ed è un bene comune, indispensabile per la sostenibilità delle persone e del pianeta in cui viviamo.
La distribuzione di questa risorsa naturale ha di fatto plasmato lo sviluppo economico e politico della civiltà umana ed è al centro del rapporto tra l’uomo e la natura.
Su questo la comunità tutta deve lavorare per costruire e pianificare strategie e modelli che tengano conto sia dei cambiamenti climatici in atto sia dei cambiamenti che la società, la politica e l’economia stanno attraversando, nonché delle necessità ad essi associate.