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Per Bureau Veritas Italia nuovi mercati e shipping in vista

Ago. 6 2019

Forte diversificazione finalizzata a un ingresso in nuovi settori industriali, di tecnologia avanzata e di ricerca. Crescita quindi per vie interne ma anche per vie esterne attraverso acquisizioni mirate di aziende leader che garantiscano la penetrazione di nuovi mercati specializzati.

Questi i due punti chiave della strategia messa a punto da Bureau Veritas Italia, sulla scorta e al traino dei risultati decisamente positivi resi pubblici in queste ore dalla multinazionale della certificazione mondiale e della attribuzione alla controllata italiana del gruppo, di una responsabilità e competenza diretta su un sempre maggiore numero di Paesi, nell’area dell’est Europa e del Baltico, che è protagonista all’interno del mercato europeo, dei tassi di crescita più significativi.

“Attualmente – sottolinea Ettore Pollicardo, Ceo di Bureau Veritas Italia – la nostra società ha piena responsabilità su 19 Paesi e quindi sullo sviluppo delle attività di verifica, di ispezione e di certificazione in queste aree geografiche ad alto valore strategico. I risultati registrati nel 2018 e nel primo semestre di quest’anno sono di grande incoraggiamento per l’implementazione di un ulteriore piano di sviluppo, che prevede, per quanto attiene Bureau Veritas Italia, l’ingresso in nuovi settori industriali e tecnologici, anche attraverso acquisizioni che contiamo possano concretizzarsi in tempi brevi”.

Come detto, Bureau Veritas, a livello mondiale, archivia il primo semestre di quest’anno con un fatturato di 2 miliardi e 477 milioni di euro, con una crescita del 5,9% rispetto al corrispondente primo semestre del 2018. I profitti sono stati pari a 380,5 milioni di euro con un margine del 15,4%. Superiore alla media la crescita delle attività di certificazione e di consulenza nei settori marine e offshore (più 7%).

Nell’annunciare i risultati 2018 e del primo semestre 2019 il top management del gruppo ha anticipato da Parigi la scelta strategica di continuare a investire in settori nuovi come quello dell’agroalimentare (che ha segnato una crescita di fatturato del 9,6%, delle commodities e delle infrastrutture, ma anche di entrare in nuove aree industriali ad alta specializzazione).