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Ferrovie. Verifiche e certificazioni a garanzia di viaggi sicuri.

Ott. 29 2019

Nel 1830 la ferrovia Liverpool-Manchester fu la prima a collegare due grandi città, trasportando con regolarità non solo merci ma anche passeggeri. Il treno, nel volgere di pochi anni, si sarebbe diffuso ovunque, diventando uno degli elementi fondanti su cui si stava costruendo la nuova era della modernità industriale.

A quasi 200 anni da quei viaggi pioneristici, i cosiddetti sistemi di trasporto a guida vincolata (treni, metropolitane, tramvie) continuano a essere una delle modalità preferite per gli spostamenti delle persone e delle merci. Anche per il minore impatto ambientale che essi hanno rispetto a quelli su gomma (almeno fino a quando quest’ultimo sarà alimentato a combustibili fossili).  

In Italia, ogni giorno, 5,5 milioni di individui utilizzano il treno per spostarsi e raggiungere luoghi di lavoro o di studio. Di questi, 2,8 milioni si servono di ferrovie regionali, mentre altri 2,7 scelgono le reti metropolitane che attraversano le più popolose città del nostro Paese. Sono circa 50mila, poi, coloro che viaggiano su treni a lunga percorrenza Intercity o Alta Velocità (Rapporto Pendolaria 2018 di Legambiente).

Numeri che diventano ancora più grandi se allarghiamo il nostro campo di osservazione non solo all’Italia ma anche ai Paesi europei ai quali il nostro è collegato. Si tratta di un sistema molto complesso, strutturato e organizzato a cui si richiedono – in maniera continuata – tanto alti standard di efficienza nel funzionamento come profonde garanzie di sicurezza. Non bisogna dimenticare che, ognuno di noi, quando sale in vettura e prende posto per compiere un tragitto – più o meno breve, poco importa – affida letteralmente la propria incolumità a un soggetto terzo che in quel momento gli offre un servizio.

Dunque, la sicurezza conta. Che essa sia relativa alla linea nella sua interezza o ai singoli elementi che la compongono. Ma come è possibile essere certi che stiamo viaggiando, per esempio, su treni pensati e costruiti secondo le più moderne ed efficaci norme di sicurezza? Chi garantisce che le reti ferroviarie – regionali, nazionali e internazionali – sono state concepite e realizzate nel modo più corretto?

Le aziende pubbliche e private che costruiscono infrastrutture di trasporto come le ferrovie devono fare affidamento su soggetti in grado di affiancarli. Per questa ragione, per esempio, diviene fondamentale il supporto di Terze Parti chiamate a verificare la conformità di prodotti e sistemi al Safety Integrity Level (SIL) definito da normative dell’Unione europea, lungo il ciclo di vita. A questo proposito la verifica ISA, Indipendent Safe Assessment, è un'attività di verifica svolta da un organismo Terzo Accreditato, pensata per emettere un giudizio sulla sicurezza di sottosistemi, componenti ed interfacce. In ambito ferroviario, la verifica ISA garantisce di fatto la sicurezza dell'intera linea.
Ai fini della verifica, l'organismo accreditato inizia la propria attività sin della fase di progettazione e la prosegue per tutto il periodo di costruzione e fino all'entrata in servizio del sottosistema. Inoltre, il continuato intervento dell'assessor per tutto il complesso del processo produttivo (dal progetto alla verifica finale) consente di assicurare che il sottosistema, il componente, l'interfaccia siano conformi e sicuri.
Ma questo non basta. Infatti, il settore ferroviario è caratterizzato da una forte connotazione transnazionale e da investimenti consistenti, finalizzati a migliorare il trasporto su rotaia e a promuovere l’interoperabilità e l’intermodalità.

Di questo e della relativa sicurezza del sistema ferroviario comunitario si occupa la Direttiva europea 2016/798 sull’Interoperabilità Ferroviaria, il cui scopo è la definizione delle procedure da soddisfare per realizzare le condizioni necessarie a garantire l’interoperabilità del Sistema ferroviario transeuropeo. Essa, insieme alla direttiva (UE) 2016/797 e al regolamento (UE) 2016/796, va a formare il cosiddetto Pilastro Tecnico del IV Pacchetto Ferroviario (in vigore da giugno di quest’anno).
E la sicurezza, in questo, gioca un ruolo centrale. A tal fine, quindi, sottosistemi e componenti ferroviari devono essere soggetti ad una procedura di verifica, i cui principi, condizioni e procedure sono definiti da appositi moduli basati sulle Specifiche Tecniche di Interoperabilità (STI). È noto come la Direttiva trovi – in parte – origine dalla volontà dei Paesi membri di evitare il ripetersi di tragici incidenti come quello occorso a Viareggio del 2009 in cui morirono 32 persone e altre 25 rimasero ferite.
La sicurezza del trasporto su rotaia, da questione strettamente nazionale diviene comunitaria, con regole comuni, standard condivisi e un unico registro veicoli.  
Da ultimo, la garanzia di sicurezza si costruisce con la somma degli elementi. In questo senso è fondamentale avere certezza che tutti gli anelli della catena di fornitura – che nel caso della costruzione di una linea ferroviaria sono molteplici – agiscano in conformità e nel rispetto delle normative vigenti. La norma ISO/TS 22163, recependo la precedente certificazione IRIS, è stata preparata proprio per rispondere a questa esigenza.

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