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Ispezioni in ambito agroalimentare, maggiore controllo e più risparmio

Mag. 29 2019

Secondo i dati Istat 2016 presentati nel Report “L’industria alimentare in Italia” della LUISS Business School in collaborazione con Federalimentare “l’industria alimentare è seconda per numero di imprese (56.750) - di cui 53.360 nel cibo e 3.390 nelle bevande – solo al settore della fabbricazione di prodotti in metallo”.
L’ingente numero di produttori genera una pari significativa quantità di prodotti alimentari la cui qualità, considerando la concorrenza sempre più agguerrita e i consumatori più esigenti, deve costantemente mantenere un livello alto, o quantomeno adeguato agli standard normativi imposti da ciascuna categoria.

Ciò che tuttavia difficilmente si immagina è il numero di passaggi necessari agli alimenti per trasformarsi da materie prime in prodotto finito. Tanti più saranno i passaggi, quanto più si renderanno necessari controlli frequenti affinché gli standard di produzione vengano garantiti e mantenuti sino a raggiungere il consumatore finale.
Limitandoci ad osservare le tappe iniziali del percorso di alcune tra le più comuni materie prime, come cereali, leguminose, semi oleosi od olii vegetali è possibile identificare almeno 4 momenti nei quali può essere utile ricorrere a un procedimento di verifica e controllo, possibilmente affidandosi, a tutela di entrambe le parti, a un soggetto terzo e imparziale.

1.    La prima tappa consiste nell’esame del terreno coltivabile, una sorta di “momento zero” funzionale alla raccolta di informazioni propedeutiche all’inizio dei lavori. Prima che il terreno venga seminato, si effettuano alcune analisi a campione, allo scopo di raccogliere informazioni sulle caratteristiche chimico-fisiche del terreno. A seconda dei risultati ottenuti, il coltivatore deciderà cosa e come seminare. Analisi e valutazioni preventive possono essere utili a contenere possibili ripercussioni economiche dovute a una scelta errata dell’alimento da seminare in un determinato terreno.

2.    Il secondo momento è quello delle ispezioni sul terreno coltivato; si tratta di controlli aerei effettuati con l’utilizzo di droni che sorvolando le aree coltivate, raccolgono dati sullo stato colture. Le informazioni raccolte vengono poi elaborate attraverso appositi software cosicché dalla loro analisi emerga se e quando un’area necessita di essere irrigata, concimata o trattata con pesticidi. 

3.    Una terza verifica può essere condotta sulle modalità di trasporto e sui luoghi di stoccaggio dei prodotti raccolti. Quando la coltura giunge al giusto grado di maturazione, viene il momento della raccolta, con le materie prime caricate su mezzi di trasporto idonei e trasferite nel luogo di stoccaggio. Anche in questo caso urge valutare se lo stato del luogo di immagazzinamento, generalmente un silos, si trovi nelle migliori condizioni per la conservazione del prodotto, affinché quest’ultimo non subisca contaminazioni, deterioramenti o modifiche delle proprie caratteristiche.

4.    Un quarto momento di controllo viene previsto all’atto della compravendita delle materie prime, che generalmente passano dal coltivatore al produttore. In quest’occasione la merce viene sottoposta a controlli:

a)    “qualitativi” e cioè attraverso analisi chimiche a campione, realizzate in tempo reale. Si verifica anche l’eventuale presenza di materie prime differenti (nel caso la merce sia stata trasportata o stoccata in luoghi non sufficientemente ripuliti da materie prime contenute in precedenza) o di corpi estranei (ad esempio insetti, vivi o morti)

b)    “quantitativi”, con l’obiettivo di verificare che la quantità di carico giunta a destinazione corrisponda a quella caricata al momento della partenza. In questo caso specifico, a seconda del mezzo di trasporto o della tipologia di merce, si ricorre a modalità differenti di misurazione. Nel caso di trasporto ferrato o su gomma si procederà con un BILICO certificato, mentre nel caso in cui il trasporto avvenga via nave si provvederà a un Ullage Report (se la materia prima è allo stato liquido), oppure a un Draft Survey (se il prodotto è solido).

Una volta consegnata all’acquirente, la materia prima proseguirà il suo percorso per essere trasformata in prodotto finito. Dall’analisi di questi primi e delicati passaggi è facilmente comprensibile quale sia l’importanza del monitoraggio, verifica e certificazione di ogni fase.
L’analisi e la certificazione dello stato della merce infatti consentono la tutela degli interessi di ciascun attore. Ovvero, del

-    coltivatore che dall’esame dei dati raccolti sullo stato del terreno, delle colture e dei luoghi di stoccaggio potrà preventivamente evitare errori che potrebbero danneggiare raccolto e attività, e nel caso di monitoraggio delle colture potrà somministrare le cure più adeguate a ciascun lotto di terreno coltivato, evitando così sprechi di materiali (fertilizzanti o pesticidi) e interventi superflui (che si tradurrebbero in giornate di lavoro)
-    produttore-acquirente che, nelle fasi di compravendita, vede garantiti qualità e quantità della merce acquistata
-    consumatore finale che, grazie agli accorgimenti dei primi due soggetti, beneficerà di un prodotto di alta qualità, certificato (in alcuni contesti) e dal costo più contenuto, poiché le attenzioni alle voci precedenti hanno consentito il risparmio di denaro e tempo.

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