Ogni organizzazione (aziendale, ma non solo), specialmente se complessa, ha a che fare con regolamenti, norme e procedure, manuali tecnici e d’istruzioni. Un apparato, spesso consistente e ingombrante, che in passato – ma ancora oggi – presentava una struttura molto simile a quella propria di un libro (indice, pagine, rilegatura, cover etc.).
Con il passare del tempo e l’avanzare delle innovazioni tecnologiche, alla carta si sono affiancati altri supporti.
Il trasferimento di dati da imponenti faldoni cartacei a supporti analogici (prima) e digitali (poi) non è, infatti, una novità degli ultimi anni. In una famosa fotografia del 1994 un sorridente Bill Gates – imbragato ed appeso ad un albero – ci spiegava come un sottile e leggero cd-rom potesse contenere tutte le informazioni che solitamente riempivano centinaia o migliaia fogli di carta. Un cammino verso la semplificazione d’uso che è proseguito con la possibilità di consultare, scaricare e, se necessario, stampare documenti dal web.
Risultato di questa progressiva dematerializzazione dei documenti tecnico-normativi è stato quello di liberarsi dall’ingombro fisico dato da volumi, talvolta di molte pagine.
Eppure struttura dei documenti e modalità con cui li consultiamo non sono cambiati nella sostanza. Il percorso di lettura o la user experience – se possiamo chiamarla così – segue sempre un ordine che è stato stabilito nell’indice e dettato dall’azione di sfogliare delle pagine (anche se digitalmente).
Un sistema che mostra diverse rigidità e una scarsa efficienza. Pensiamo a un addetto alla sicurezza che deve gestire un processo in un’azienda con impianti produttivi soggetti a rischi di una certa rilevanza. Immaginiamo che debba farlo in loco, dovendo dunque muoversi in ambienti tutt’altro che confortevoli e che poco hanno a che vedere con l’ufficio. Il rischio è che non trovi le informazioni che gli servono, o le reperisca con fatica, perdendo tempo, dimenticando delle parti. Una situazione di disagio alla quale si aggiunge un’ulteriore difficoltà nel caso debba scrivere una relazione, un memo o segnalare un problema.
Tuttavia, una soluzione esiste e si trova provando a modificare il modo con il quale queste informazioni ci vengono presentate. Un’evoluzione di prospettiva che trova la sua piena realizzazione nel 2007, quando Apple presenta il suo primo smartphone. Il vero cambiamento è sostituire la linearità propria della lettura tradizionale con un approccio pluridirezionale e interattivo che è quello delle applicazioni mobile. Allora i device sulle quali funzionano, ovvero tablet o smartphone (ma anche totem), divengono protagonisti. Touch al posto delle tradizionali tastiere, percorsi intuitivi che permettono di arrivare in maniera semplice alle risposte di cui si ha davvero bisogno, interfaccia grafiche chiare e semplificate. Ma non solo. Aumentano le funzioni, anche grazie alla connettività: segnalazioni di problemi in real time, possibilità di immediata verifica della comprensione delle regole di sicurezza da parte dei lavoratori e dei visitatori: queste alcune delle feature disponibili.
Come, per esempio, quelle sviluppate dal progetto pilota SGI SMART di in-formazione, comunicazione e consultazione “digitale” della documentazione del Sistema di Gestione Integrato HSE in versione smart. Una soluzione che si adatta perfettamente ai compiti di tecnici e responsabili HSE.
In questo modo, il concetto di User Experience Design entra seriamente in azienda e diventa strumento per gestire l’attività in maniera sempre più efficiente e sicura.