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Il nostro presente: criteri sostenibili per opere pubbliche e private

Mag. 7 2021

Che si tratti di progettare una nuova costruzione o un’infrastruttura oppure che si desideri manutenere quelle esistenti, occorre considerare l’ambiente nel quale questa si inserisce e l’impatto che essa ha, o avrà, sul contesto circostante. Dopo decenni di discussioni e attese, la tutela dell’ambiente, la conservazione della bio diversità e la riduzione dell’impatto dell’attività antropica sono entrate a far parte delle strategie di sviluppo delle organizzazioni statali e sovranazionali come ben dimostra l’ambiziosa politica di Green Deal varata dall’Unione europea nel 2020. 
Tale necessità era già stata esplicitata con forza a livello internazionale nel 2015, con strumenti quali gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (o SDG) delle Nazioni Unite, da raggiungere entro il 2030. Il 15°obiettivo SDG è rivolto proprio alla tutela della vita sulla terra per proteggere, ripristinare e favorire l'uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, combattere la desertificazione, arrestare il degrado del suolo e fermare la perdita della biodiversità. 
In questo quadro, non vi è dubbio che le infrastrutture (strade, ponti, gallerie, dighe, porti etc.) piccole e grandi, hanno impatti importanti sull’ambiente. Ma come agire per raggiungere un equilibrio tra sviluppo infrastrutturale e contesto naturale?
È possibile agire su due direttrici che hanno la circolarità quale modello al quale attenersi. Sul fronte delle opere pubbliche far si che i nuovi progetti siano, sin dalle prime fasi, pensati e realizzati in modo da ridurre al minimo il loro impatto, e dall’altro, in ambito privato, intervenendo su quanto di già esistente utilizzando materiali e modelli di progettazione sostenibili.

Guardando dunque alle opere pubbliche, in particolare a quelle infrastrutture di medie e grandi dimensioni, lo studio dell’impatto ambientale può essere applicato in ogni momento della vita utile, dalla progettazione, alla fase di cantiere, per poi proseguire quando essa entra in esercizio. Con il supporto di enti terzi, come Bureau Veritas, è possibile procedere con una valutazione preliminare in fase progettuale e approfondire l’impatto ambientale in differenti ambiti.
A partire dalla “Carbon Footprint” cioè la stima delle emissioni di gas serra generate a seguito della realizzazione dell’opera. Considerate caratteristiche ed esigenze dell’infrastruttura, attraverso un’analisi costi-benefici saranno individuate le misure per minimizzare le emissioni, optando per soluzioni ad alta efficienza energetica.
Ad opera in esercizio, saranno poi monitorati i consumi, circoscritte le aree ad alto fabbisogno energetico e valutati eventuali ulteriori interventi per la riduzione dell’impatto.
Una volta che l’infrastruttura avrà raggiunto gli standard attesi, i professionisti di Bureau Veritas potranno rilasciare una certificazione che ne attesti le condizioni. Ove vi sia ancora un certo margine di miglioramento sarà invece possibile prevedere azioni quali l’acquisizione di Crediti di Carbonio, per compensare le emissioni.

Si procederà poi con lo studio della sostenibilità di quelle note come “spese operative” – OpEx – necessarie per la gestione del sistema e delle spese di capitale – CapEx - cioè quelle sostenute per sviluppare un asset che sia durevole. A titolo esemplificativo, nel caso di infrastrutture quali autostrade o ponti rientreranno in questa analisi: la quantità di acqua utilizzata e reimmessa in natura (per evitare e prevenire eventi metereologici estremi); l’impatto del rumore che verrà generato e della quantità di luce artificiale che sarà visibile anche di notte. Scopo dell’analisi è quello di identificare e risolvere i possibili impatti negativi che l’opera avrà sulla fauna e sulla flora locali, per preservare la biodiversità e mantenerne il delicato equilibrio. 
Ma, ancor prima che l’infrastruttura sia realizzata, è possibile procedere con un’analoga valutazione sull’impatto ambientale che il cantiere stesso può avere nella zona, trattandosi nella maggior parte dei casi di interventi di lunga durata e invasivi in aree verdi incontaminate.

Importante, in tal senso, sarà anche la scelta dei materiali che dovranno contenere una certa quantità di riciclato e provenire, se possibile, da zone attigue. A questo proposito BV propone due schemi di certificazione:
- Certificazione di materiali riciclati o nuovi (approvvigionamento responsabile), secondo le norme europee / locali (es. aggregati)
- Quadro di riferimento BV per materiali riciclati in loco (es. prodotti bituminosi).

Criteri ambientali minimi

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Analoga attenzione alla scelta dei materiali e all’impatto che essi hanno sull’ambiente si evidenzia in ambito privato. Infatti, l’iniziativa del Superbonus 110%, prescrive che, per ottenere il rimborso dei lavori sostenuti, vengano utilizzati materiali conformi ai CAM o Criteri Ambientali Minimi. Tali principi, applicati nel settore edilizio, prevedono che gli edifici siano costruiti nel rispetto della sostenibilità del territorio; che siano progettati o ristrutturati in modo tale da raggiungere alte prestazioni energetiche e con una buona qualità ambientale interna; che per la loro costruzione siano stati utilizzati materiali conformi e idonei (composti da una certa quantità di riciclato) e che, inoltre, il cantiere nel quale si sono svolti i lavori sia stato allestito e gestito in maniera sostenibile. Ma come essere certi che le regole siano state rispettate e poter così accedere al finanziamento?
Anche in questo caso è possibile, quando non obbligatorio, fare ricorso ad un soggetto terzo esterno che controlli e vigili su tutti gli interventi, dalle fasi progettuali sino alla conclusione dei lavori. È possibile individuare tre fasi:

 verifica della documentazione di progetto, durante la quale dopo un primo esame, verrà emesso un Rapporto Iniziale, contenente l’elenco dei CAM previsti progettualmente e soggetti quindi alle verifiche in cantiere.
Il Rapporto Iniziale analizzerà i CAM individuati a livello di progetto oggetto di appalto, quelli definiti a livello contrattuale in fase di aggiudicazione dell’appalto ed infine i CAM stabiliti a livello di varianti migliorative al progetto appaltato

 verifiche ispettive in cantiere, queste vengono svolte ricorrendo a check list, specifiche per ogni tipologia di CAM da sottoporre a controllo. Le check list compilate nel corso di ogni ispezione in cantiere permettono di seguire nel tempo tutte le fasi di esecuzione dell’opera e di attestarne il livello di conformità ai CAM applicabili

 verifiche ultime ed emissione di un Report Finale di Ispezione contenente le osservazioni dedotte dalla verifica dei CAM applicabili. Vi sono poi una sintesi delle osservazioni emerse durante le ispezioni in cantiere e riportate nei report intermedi di controllo e infine le evidenze fotografiche dell’esito delle verifiche per ogni criterio ambientale minimo accertato.

Una strada, quella della sostenibilità, che sembra dunque ormai tracciata e che tutti siamo chiamati a percorrere con rigore.

CAM e sostenibilità in edilizia

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