Claudia Strasserra, Chief Reputation Officer e Sustainability Manager di Bureau Veritas Italia, è stata intervistata da Wise Growth, società di consulenza strategica nell'ambito della Human Sustainability e della Diversity & Inclusion, sul tema delle norme volontarie in ambito D&I.
La normativa UNI e ISO offre dei modelli di riferimento che le organizzazioni possono volontariamente adottare.
Nel 2021 è stata pubblicata la ISO 30415, prima norma dell’International Standard Organization in ambito Diversity & Inclusion. La norma abbraccia un concetto di Diversity a 360° e ha il grande pregio di rivolgersi non solo alle Risorse Umane, ma anche alle numerose altre funzioni - dal marketing alla comunicazione – che possono giocare un ruolo importantissimo in ambito D&I: basti pensare alla rilevanza di una progettazione che consideri le diverse abilità ed esigenze di bambini, anziani, mancini… oppure all’impatto di un messaggio pubblicitario che può sensibilizzare sui temi dell’inclusione.
La ISO 30415 si offre al lettore per una riflessione interna che può culminare con un self-assesment, secondo una checklist riportata in appendice. È possibile anche chiedere una valutazione di terza parte indipendente per uscire dall’autoreferenzialità e beneficiare del punto di vista di valutatori professionisti.
Il 16 marzo 2022 è stata pubblicata, inoltre, la Prassi di Riferimento UNI focalizzata sulla parità di genere. In sintonia con i principi della ISO 30415, la PdR UNI 125:2022 definisce un sistema di gestione per garantire la gender equality, indicando anche i KPI fondamentali per misurare il proprio livello di maturità. La Prassi di Riferimento prevede l’intervento di una terza parte indipendente, chiamata a certificare la conformità del sistema di gestione rispetto ai requisiti, nonché il raggiungimento di una soglia minima di punteggi derivante dalla copertura – o meno – dei diversi KPI. La certificazione della parità di genere - richiamata peraltro già nel PNRR - dà accesso a sgravi fiscali e premialità.