Le domande chiave per verificare se i vostri progetti arrecano un danno significativo all’ambiente.
Secondo il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Regolamento UE 241/2021), tutte le misure incluse nei Piani Nazionali per la Ripresa e la Resilienza (PNRR) di ciascuno Stato membro devono soddisfare il principio di “non arrecare danno significativo agli obiettivi ambientali”.
Pertanto, le aziende che intendono accedere ai finanziamenti previsti dal PNRR, devono dimostrare la conformità al principio DNSH.
Nello specifico, il principio DNSH, come declinato nel Regolamento Tassonomia che istituisce un sistema di classificazione europeo delle attività ecosostenibili, ha lo scopo di valutare se una misura possa o meno arrecare un danno significativo ai sei obiettivi ambientali individuati nel medesimo Regolamento.
Quali sono, dunque, le domande che un’azienda deve porsi per poter presentare i propri progetti e ottenere un finanziamento previsto dal PNRR?
E’ fondamentale comprendere se l’investimento proposto arreca un danno significativo:
- alla mitigazione dei cambiamenti climatici. L’attività conduce a significative emissioni di gas a effetto serra?
- all’adattamento ai cambiamenti climatici. L’attività conduce a un peggioramento degli effetti negativi del clima attuale e futuro su sé stessa o sulle persone, sulla natura o sugli attivi?
- all’uso sostenibile e alla protezione delle acque e delle risorse marine. L’attività che nuoce al buono stato o al buon potenziale ecologico di corpi idrici, comprese le acque di superficie, sotterranee e marine?
- all’economia circolare, compresi la prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti. L’attività comporta significative inefficienze nell'utilizzo di materiali recuperati o riciclati, nell’utilizzo delle risorse naturali o nella gestione dei rifiuti, causando danni ambientali significativi a lungo termine?
- alla prevenzione e alla riduzione dell’inquinamento. L’attività comporta un aumento significativo delle emissioni di sostanze inquinanti nell’aria, nell’acqua o nel suolo rispetto alla situazione preesistente?
- alla protezione e al ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. L’attività nuoce in misura significativa alla buona condizione e alla resilienza degli ecosistemi o allo stato di conservazione degli habitat e delle specie, comprese quelli di interesse per l’Unione?
Altro elemento fondamentale su cui un’azienda deve interrogarsi: secondo il Regolamento Tassonomia, un’impresa nel valutare la propria attività in base ai criteri DNSH, deve tenere conto dell’impatto ambientale dell’attività stessa e dei prodotti e dei servizi da essa forniti durante il loro intero ciclo di vita, in particolare prendendo in considerazione produzione, uso e fine vita di tali prodotti e servizi.
Ma come orientarsi operativamente? I criteri DNSH che le aziende italiane devono soddisfare per dimostrare il rispetto del principio sono stati declinati all’interno di una serie di schede tecniche, distinte per tipologia di attività economica, contenute nella “Guida Operativa per il rispetto del principio DNSH” disponibile sul sito ufficiale www.italiadomani.gov.it.
Le aziende che quindi intendono accedere ai finanziamenti previsti per le misure del PNRR, dovranno dimostrare il soddisfacimento dei criteri DNSH - indicati nelle specifiche schede tecniche applicabili - per garantire la conformità al principio lungo tutto il percorso di realizzazione degli investimenti e delle riforme del PNRR, dalla progettazione (ex-ante), all’attuazione, fino al monitoraggio e rendicontazione dei risultati (ex-post).