Society

Perché la produzione alimentare sta diventando un tema chiave della sostenibilità

Lug. 23 2020

Secondo le previsioni, la popolazione globale arriverà a quasi 10 miliardi di persone entro il 2050[1] e gli interrogativi su come sfamare ognuno in modo sostenibile stanno diventando sempre più urgenti. I produttori mondiali di coltivazioni, bestiame e pesce stanno cercando un equilibrio responsabile tra la soddisfazione di una domanda globale in crescita e la protezione dell’ambiente.

A loro volta, anche enti regolatori e consumatori stanno incoraggiando i produttori a optare per pratiche agricole più sostenibili. Per esempio, la Commissione europea ha recentemente presentato la strategia “Dal produttore al consumatore”, un traguardo fondamentale del Green Deal europeo incentrato sulla produzione alimentare. Con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale del settore, l’iniziativa fissa delle ambiziose linee guida sulla sostenibilità per gli operatori agricoli.

MISURARE E MONITORARE PER RIDURRE LE EMISSIONI DI GAS A EFFETTO SERRA

L’agricoltura è responsabile di una quota significativa, e crescente, di emissioni di gas a effetto serra su scala globale.[2] Ogni anno, la produzione agricola, l’allevamento e l’acquacoltura emettono all’incirca 10 miliardi di tonnellate di gas a effetto serra, un dato che è quasi raddoppiato negli ultimi 50 anni.[3] Tali emissioni, nella maggior parte dei casi in forma di metano e ossido di diazoto, hanno diverse fonti. Tra i fattori principali troviamo i processi digestivi del bestiame, il letame, le coltivazioni di riso, i consumi energetici delle aziende agricole e la produzione di fertilizzanti.

I produttori possono ridurre le emissioni di gas a effetto serra in diversi modi. Il naturale punto di partenza è ridurre i consumi e diversificare le fonti energetiche utilizzate (per esempio installando delle risorse rinnovabili in loco). Anche la bioeconomia circolare presenta delle potenzialità interessanti. Gli agricoltori possono investire in digestori anaerobici in grado di generare biogas da scarti agricoli e residui, come il letame. Le bioraffinerie più avanzate possono produrre biofertilizzanti e mangimi proteici.

Nell’ambito del passaggio a un modello di economia circolare, alcune società del settore della nutrizione e chimiche stanno sviluppando dei mangimi animali innovativi in grado di ridurre le emissioni di metano del bestiame. Parte della strategia UE “Dal produttore al consumatore” sottolinea l’esigenza di facilitare l’accesso al mercato di questi nuovi additivi per mangimi.

Nella maggior parte dei casi, le strategie di riduzione delle emissioni seguono l’annoso adagio degli affari “Non si può migliorare ciò che non si può misurare”. In termini di sostenibilità ambientale, questo significa misurare e monitorare le emissioni per definire degli obiettivi e migliorare le prestazioni nel tempo.

IL RUOLO DELLA GESTIONE DEL TERRENO NELLA LOTTA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

La gestione dell’impatto sul clima inizia con lo sfruttamento del terreno. La deforestazione del territorio per fare spazio al bestiame o ai prodotti agricoli ha un triplice effetto. Abbattere o incendiare le foreste significa rilasciare il carbonio che vi era immagazzinato, ridurre un importante “pozzo” di carbonio in grado di rimuovere la CO2 dall’atmosfera e, infine, sostituire gli alberi con un’attività agricola ad alta intensità di carbonio.
Di conseguenza, molti produttori di alimenti primari stanno provando a dimostrare la sostenibilità delle proprie pratiche con le certificazioni di organizzazioni come la Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO) e UTZ/Rainforest Alliance (per caffè, cacao, tè e nocciole).

LA LOTTA ALL’INQUINAMENTO E LA GESTIONE DELLE RISORSE

Il settore agricolo è anche la principale fonte di inquinamento da polveri sottili in gran parte del mondo sviluppato.[4] I fumi di ammoniaca dei fertilizzanti ricchi di azoto, i rifiuti di origine animale e la combustione delle coltivazioni in eccesso si uniscono ad altri inquinanti atmosferici, soprattutto agli ossidi di azoto e ai solfati prodotti dai veicoli (tradizionali), dalle centrali elettriche e dai processi industriali. L’esposizione alle inalazioni tossiche che ne derivano rappresenta un pericolo per la salute di uomini e animali. Inoltre, l’ammoniaca prodotta dall’agricoltura rende più acidi laghi e fiumi e, insieme ai pesticidi, danneggia gli ecosistemi e la vita acquatica.

Per questo motivo, sia le società sia gli enti regolatori stanno provando a ridurre l’impiego dannoso di fertilizzanti e pesticidi. Entro il 2030, l’UE mira a ridurre del 50% l’uso di pesticidi chimici e i rischi correlati e l’uso dei pesticidi più pericolosi.[5] I produttori che sceglieranno di optare per fertilizzanti e pesticidi più rispettosi dell’ambiente o che passeranno all’agricoltura biologica riceveranno un sostegno. È anche probabile che i loro sforzi saranno premiati dai consumatori, i quali fanno sempre più attenzione alle sostanze chimiche contenute nei prodotti consumati.

Il consumo di risorse sta assumendo sempre più importanza. L’agricoltura consuma più acqua di tutti gli altri settori combinati ed è responsabile di quasi il 70% dei prelievi globali di acqua dolce[6], un dato forse non sorprendente se si considera l’entità della produzione. Ciononostante, per soddisfare le esigenze di una popolazione mondiale in crescita nei prossimi trent’anni la produzione agricola dovrà raddoppiare. Una gestione sostenibile delle risorse idriche sarà essenziale per garantire la sicurezza alimentare.

COLTIVARE UNA PRODUZIONE ALIMENTARE SOSTENIBILE CON UN APPROCCIO “CIRCOLARE”

Per ridurre la propria impronta ambientale e adottare pratiche più sostenibili, molti operatori stanno guardando ai principi dell’economia circolare. In campo agricolo, tale approccio prevede il riciclaggio della maggior quantità possibile di risorse e rifiuti agricoli nel processo produttivo, l’alimentazione delle aziende da fonti rinnovabili e un consumo idrico efficiente.

Bureau Veritas offre un’ampia gamma di servizi che aiutano i produttori del settore alimentare a passare a un modello di business più circolare e sostenibile. Sono inclusi la verifica delle emissioni di gas a effetto serra e la gestione di sistemi di audit, certificazione e formazione per diversi standard, tra cui ISO 14001 (sistema di gestione ambientale), ISO 24526 (sistema di gestione dell’efficienza idrica), AWS (Alliance for Water Stewardship), ISO 50001 (sistema di gestione energetica) e SA8000 (standard Social Accountability), così come la procedura di audit SMETA (Sedex Members Ethical Trade Audit). Bureau Veritas propone anche delle certificazioni alimentari legate al tema della sostenibilità (ad es. Organic, MSC, ASC, RSPO).


[1]https://www.research.ox.ac.uk/Article/2019-10-28-how-do-you-feed-a-global-population-set-to-reach-10-billion
[2]https://www.mckinsey.com/industries/agriculture/our-insights/agriculture-plays-a-critical-role-in-limiting-the-impact-of-climate-change
[3]https://news.un.org/en/story/2014/04/466012
[4]https://news.agu.org/press-release/farms-a-major-source-of-air-pollution-study-finds/
[5]https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/european-green-deal/actions-being-taken-eu/farm-fork_en
[6]https://www.oecd.org/env/resources/water-therightpricecanencourageefficiencyandinvestment.htm


Bureau Veritas offre dei servizi per aiutare gli operatori del settore alimentare a raggiungere i propri obiettivi. Le nostre soluzioni supportano la transizione a un modello di business fondato sulleconomia circolare e possono aiutarti a misurare i progressi alla luce di obiettivi di sostenibilità definiti.