Society

Quattro modi per rendere più sostenibile la trasformazione dei prodotti alimentari

Lug. 8 2020

Per soddisfare le esigenze nutrizionali di una popolazione globale che arriverà a 9,1 miliardi di persone entro il 2050, la produzione alimentare dovrà aumentare di almeno il 70%.[1] Le risorse naturali richieste per raggiungere questo obiettivo, tuttavia, sono limitate e sottoposte a pressioni crescenti.
Gli operatori del settore alimentare si stanno facendo avanti per rispondere alla sfida, trovando dei modi innovativi per ridurre al minimo l’impatto ambientale della produzione di cibo e supportare la capacità del pianeta di continuare a generare risorse alimentari anche in un lontano futuro.

Una produzione alimentare sostenibile non si conclude con la produzione primaria (l’agricoltura). Gli stakeholder del settore si stanno interessando sempre più alle conseguenze della produzione e trasformazione degli alimenti. Incoraggiare la sostenibilità della produzione e della trasformazione alimentare è uno degli obiettivi principali della nuova strategia “Dal produttore al consumatore”, un’iniziativa caratterizzante del nuovo Green Deal europeo.

Qui di seguito sono illustrati quattro modi per ridurre l’impronta ambientale di produttori e trasformatori di alimenti.

1. UTILIZZARE IMBALLAGGI ECO-FRIENDLY

Il packaging alimentare è un’importante fonte di rifiuti e inquinamento. Ogni anno sono prodotti più di 78 milioni di tonnellate di imballaggi in plastica. Di questi, solo il 14% viene riciclato.[2] La stragrande maggioranza della plastica è prodotta da fonti non rinnovabili, ossia petrolio e gas naturale, ed è destinata a finire in discarica.
Un numero crescente di produttori sta scegliendo alternative a base di legno e carta. Questi materiali hanno il vantaggio di essere biodegradabili, rinnovabili e facilmente riciclabili. È però essenziale che la carta e il legno usati per realizzare gli imballaggi provengano da foreste a gestione sostenibile. Altri produttori stanno elaborando delle originali alternative ricavate da materiali biodegradabili quali alghe, coltivazioni e, addirittura, pelle di pesce. Tra queste nuove proposte, alcune potrebbero essere in grado di sostituire la plastica monouso.
Per quanto riguarda il packaging alimentare in metallo, l’alluminio da fonti sostenibili è una delle opzioni più responsabili dal punto di vista ambientale. Questo è infatti uno dei metalli riciclati con maggior facilità e frequenza: il processo di riciclaggio richiede soltanto il 5% dell’energia necessaria per raffinare l’alluminio ex novo.[3]

2. RIDURRE GLI SPRECHI ALIMENTARI

Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), ogni anno viene sprecato quasi un terzo del cibo prodotto per il consumo umano[4], pari a 1,3 miliardi di tonnellate di rifiuti alimentari su base annua. In questo modo viene persa non soltanto una grande quantità di cibo, ma anche tutte le risorse utilizzate per produrlo (ossia acqua, nutrienti del terreno, energia per il trasporto, forza lavoro). Anche se un terzo di tale cibo viene sprecato durante la coltivazione e la manipolazione post-raccolta e un altro quinto dai consumatori finali, gli sprechi alimentari sono dovuti quasi per metà alla fase di produzione e trasformazione.[5]
L’inefficienza è una delle cause principali degli sprechi alimentari in questi stadi.[6] Gli operatori coinvolti possono ridurli in maniera significativa ottimizzando i processi e i sistemi di gestione. Per farlo, bisogna innanzitutto misurare attentamente le perdite, identificarne le cause e assicurarsi che i collaboratori vengano formati in maniera adeguata.
L’UE si è impegnata a dimezzare i rifiuti alimentari entro il 2030: con una nuova metodologia di misurazione e i dati provenienti dagli stati membri, intende fissare degli obiettivi legalmente vincolanti per ridurre gli sprechi in tutto il territorio.

3. MIGLIORARE L’EFFICIENZA ENERGETICA E IDRICA

La produzione e la trasformazione dei cibi richiedono un elevato consumo energetico e idrico e sono responsabili del 23% circa del consumo energetico complessivo del settore alimentare negli Stati Uniti.[7] L’acqua è usata in grandi quantità nella trasformazione alimentare, anche come ingrediente, e in diversi processi industriali (ad es. pulizia, sanificazione, raffreddamento, cottura).
Nella produzione e trasformazione dei cibi, ridurre i consumi energetici e idrici può essere particolarmente difficile poiché le esigenze produttive e i requisiti di sicurezza devono sempre essere al primo posto. Tuttavia, ciò non impedisce di attuare miglioramenti significativi trovando delle opportunità più efficienti. Per esempio, l’utilizzo di parametri smart e l’implementazione di sistemi di efficienza energetica e sostenibilità idrica possono aiutare a identificare queste opportunità e a intervenire.

4. USARE INGREDIENTI SOSTENIBILI

La produzione di alcuni prodotti agricoli solleva particolari timori ambientali e di sostenibilità sociale. La coltivazione di olio di palma, cacao e caffè “sporchi”, per esempio, è stata collegata al disboscamento, alla distruzione di habitat, al lavoro forzato e minorile e ad altre questioni di sostenibilità.
I prodotti ittici rappresentano un ulteriore motivo di preoccupazione: quasi il 90% della pesca mondiale implica uno sfruttamento completo o eccessivo o l’esaurimento delle risorse.[8] I metodi distruttivi e il sovrasfruttamento stanno minacciando le popolazioni ittiche globali, danneggiando i fragili habitat ed ecosistemi marini e mettendo in pericolo i mezzi di sostentamento delle comunità locali che dipendono dallo stock ittico.

I produttori e i trasformatori del settore alimentare possono prendere posizione contro queste, e altre, pratiche dannose garantendo l’origine responsabile dei propri ingredienti “ad alto rischio”. Programmi come la Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO), la Round Table on Responsible Soy (RTRS) e UTZ/Rainforest Alliance (per caffè, cacao, tè e nocciole) fissano degli standard rigorosi per garantire che colture specifiche siano prodotte senza causare danni sproporzionati all’ambiente o alle comunità locali. Gli standard del Marine Stewardship Council (MSC) contribuiscono al mantenimento di stock ittici sani e alla protezione della vita marina.

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[1]https://www.eufic.org/en/food-production/article/food-production-3-3-a-sustainable-food-supply
[2]https://www.nationalgeographic.com/environment/future-of-food/food-packaging-plastics-recycle-solutions/
[3]https://www.e3s-conferences.org/articles/e3sconf/pdf/2019/56/e3sconf_ic-amme2018_01033.pdf
[4]http://www.fao.org/3/a-i2697e.pdf
[5]https://www.bcg.com/publications/2018/tackling-1.6-billion-ton-food-loss-and-waste-crisis.aspx
[6]The World Resources Institute, “Reducing Food Loss and Waste,” http://citeseerx.ist.psu.edu/viewdoc/download?doi=10.1.1.360.951&rep=rep1&type=pdf.
[7]Source: University of Michigan, Center for Sustainable Systems (http://www.umich.edu/~css) 
[8]https://unctad.org/en/pages/newsdetails.aspx?OriginalVersionID=1812

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